14° Raduno – 2 e 3 Luglio 2016 Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e…

AUTORE :

CATEGORIA :

Club

DATA :

CONDIVIDI :

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...Ed eccoci qui, dopo due settimane a raccontarvi una piacevole passeggiata tra i monti Sibillini ed i suoi piaceri… Eh si, perché è stata una due giorni di piaceri: quelli della vista, per il passaggio tra paesaggi ricchi di verde, di gole rocciose, di fiumi, di colori che la natura ci riserva.

I piaceri della cultura, per aver scoperto cose che non credevamo potessero esistere a due passi da casa.

Poi il piacere della buona tavola, iniziato con un percorso gastronomico tra la città di Norcia e proseguito poi per i campi di Castelluccio di Norcia, negli allevamenti di ovini dell’agriturismo Le Casette di Pievebovigliana ed il pranzo prima dei saluti del rifugio di montagna di Cupi, sperduto tra i monti al centro del Parco dei Monti Sibillini. Tutta la degustazione dei due giorni fatta con prodotti tipici ed a chilometro zero… anzi in alcuni casi sarebbe più corretto affermare a distanza massima di 100 metri!!!

Il piacere delle nostre “vecchiette” nell’affrontare un percorso tra natura e strade di montagna, tra un misto di statali dal fascino antico e strade provinciali e locali che rievocano le difficoltà di comunicazione dei posti, dovute ad una natura orografica non propriamente benevola. Tutte, dalla più anziana alla più giovane, si sono cimentate nel’affrontare i difficili percorsi, riservando agli autisti ed ai loro accompagnatori il piacere di guida ed il fascino del viaggio di altri tempi, come quello fatto da chi prima di loro usava quelle vetture nuove fiammanti ed alla moda.

 

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...

Il piacere dei nostri amici a quattro zampe, che si sono divertiti a stare con il muso all’aria fresca, così forte di odori nuovi e diversi dalla città, a correre tra i prati ed a giocare in mezzo alla natura incontaminata, riposando all’ombra di alberi secolari.

Poi, e lo lascio per ultimo appositamente, il piacere di stare insieme, di essere un gruppo di appassionati che ha saputo dividere le fatiche di un viaggio al caldo senza aria condizionata, della sofferenza per qualche curva fatta in modo sportivo e veloce, ma anche delle sane risate e degli sfottò per una macchina più lenta perché ad iniezione, o del mattone sull’acceleratore, ma messo sotto e non sopra… 

La giornata è partita all’alba, ritrovo presso l’area di servizio di Salaria Est e partenza alle 7.30 puntuali; qualche faccia assonnata era d’obbligo, ma mano a mano che i chilometri passavano e ci avvicinavamo al casello di Orte si cominciava a percepire che sarebbe stata una giornata faticosa, ma ricca di avvenimenti piacevoli. Il passaggio del valico della Somma sulla statale Flaminia è stata la prima prova per le nostre Alfa, prova brillantemente superata anche se in molti casi la salita è stata dura ed affrontata in quarta marcia; alle porte di Spoleto emblematica la faccia dell’agente della Polizia Stradale, con basettoni stile anni ’70, che vedendo procedere tutto il corteo ha rinunciato alla tentazione di fermarci per ammirare la vetture, salutandoci con un sorriso. Stessa cosa, ma stavolta con i Carabinieri, sulla statale Valnerina, percorsa per arrivare alla nostra prima tappa, l’Abbazia di Sant’Eutizio che domina la piccola frazione di Piedivalle, nel comune di Preci. 

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...

La visita guidata ci ha fatto scoprire una serie di curiosità interessanti legate al luogo, tra le quali il fatto che l’Abbazia fu fondata da un gruppo di monaci provenienti da oriente, il cui capo, San Spes, fu riferimento per l’avvio delle costruzioni. Questi monaci eremiti, di cui Sant’Eutizio fu a lungo priore, si fece carico di continuare l’opera avviata dal suo fondatore, incrociando l’opera dei monaci Benedettini. L’abbazia divenne punto di riferimento per la regione ed estese i suoi domini e proprietà fino in Abruzzo, grazie anche all’opera di fondazione di comunità legate ad una politica sociale di comunità ed agli studi sulla farmacologia e sulle tecniche chirurgiche.

Difatti è proprio la scuola chirurgica preciana, nata nel tardo medioevo, che determina la fama dell’abbazia, nota in tutte le corti reali d’Europa e dell’Asia; in questi luoghi vennero effettuate le prime operazioni chirurgiche alla cataratta ed agli organi interni eseguite dai “norcini”, sotto la guida dei dottori.

Difatti al tempo il dottore non era colui che fisicamente eseguiva le operazioni sul corpo, attività demandata ai norcini che lavorando la carne del maiale erano molto più precisi sull’uso di strumenti chirurgici; l’abilità nella gestione delle lavorazioni di tipo chirurgico era anche facilitata dalla conoscenza anatomica dei suini, essendo la struttura degli organi interni del maiale simile a quella umana. Nel piccolo museo, oltre ad alcune opera d’arte, paramenti sacri e calici di varie epoche, è ancora oggi possibile vedere strumenti del tempo ed alcune fedeli riproduzioni degli stessi realizzate con le identiche modalità del tempo, oltre che una serie di manoscritti e libri di medicina, fisiognomica e farmacologia.

 

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...

Proseguendo il viaggio verso Norcia, tra vallate e paesini arroccati, tra pievi e chiese che compaiono all’improvviso alla vista da dietro le curve, eccoci arrivare alla città di Norcia, davanti a noi la cinta muraria che circonda e protegge a città.

Una visita del centro a piedi ed una passeggiata tra i tanti negozi di prodotti tipici locali, ci ricordavano che si avvicinava l’ora del pranzo…

Il caldo e la fame si cominciavano a sentire, quindi ci avviammo verso l’allevamento di maiali che avrebbe anche rappresentato il primo punto di ristoro, Il Casale de li Tappi, proprio vicino Norcia; all’arrivo Alessandro Salvatori, uno dei titolari dell’azienda, ci accoglieva rifocillandoci e spiegandoci la struttura dell’azienda, illustrando le metodologie di riproduzione ed allevamento dei loro suini, del progetto di riproduzione del maiale nero allo stato semibrado, fatto con l’Università di Perugia, antica razza autoctona.

L’immagine dei tanti maialini nati da pochi giorni, che scorrazzavano davanti ai nostri occhi, non ci aveva distratto troppo dal “sacrificio” che si sarebbe compiuto di li a poco…

Dopo un pranzo a base di salumi e carni alla griglia, prodotti dall’azienda stessa, abbiamo assistito alla lavorazione delle carni suine ed a come si producevano le salsicce, con la spiegazione puntuale di ogni processo di lavorazione, giusto connubio tra le esigenze moderne del rispetto di regole igieniche e di tracciabilità dei prodotti e della lavorazioni con aromi che ci riportarono sensazioni e gusti oramai persi.

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...

A pancia piena, riposati e rifocillati affrontammo la parte più “dura” del viaggio, inerpicandoci per la vecchia strada di collegamento tra Norcia e la sua frazione più nota al mondo, il paese di Castelluccio; lungo la strada, salendo, vari cartelli altimetrici ci ricordavano che stavamo passando da circa 600 metri sul livello del mare, fino ai 1541 metri del valico di Forca Canapine, dal quale si apre alla vista la veduta del Pian Grande ed il paesino arroccato sul suo fondo.

Dopo una breve sosta per rubare qualche foto da una angolazione diversa, via verso il Pian Grande per ammirare l’Infiorata, cioè i colori della fioritura delle varie coltivazioni effettuate nella piana, che offrono alla vista un mosaico di colori che sfumano dal viola, al rosso, al giallo al verde.

L’aria fresca e le correnti d’aria non facevano sentire l’effetto del sole, ancora alto, quindi ci siamo goduti con tutta calma i colori che Castelluccio ci ha offerto.

Poi finalmente ci avviammo verso la destinazione che vista l’ora e la stanchezza cominciava ad essere ambita, l’Agriturismo Le Casette, dove avremmo sostato per la notte; purtroppo per i nostri trigliceridi anche qui la cena era stata preparata con cura e con i prodotti locali, ai quali, nonostante una non convinta resistenza, abbiamo ceduto volentieri.

Dopo una notte passata al fresco delle temperature di montagna, partenza per la località di Caldarola, nella quale abbiamo visitato il Castello, accompagnati da una guida del luogo, che ci ha rivelato aneddoti e spiegato anche alcuni modi di dire tipici di Roma, che dal 1600 accompagnano i nostri discorsi fino ai giorni nostri.

Il castello, anche se nasce come residenza estiva cardinalizia, proprietà da sempre della famiglia Pallotta, deve il suo nome ad uno dei suoi proprietari che alla fine del 1800, ammodernandolo, realizzò alcune opere murarie e strutturali tipiche delle fortezze medievali.

Nota importante è che la struttura è ancora oggi abitata dai proprietari ed è arredata di tutto punto in alcune parti con arredi originali; particolarmente curiosa la cucina, completa di suppellettili e quanto occorre per preparare pranzi e banchetti luculliani, e la “neviera” silos di raccolta della neve e progenitore dei moderni frigoriferi.

14° Raduno - Sibilla e i suoi segreti. Passioni, motori, sapori e...Rarità è un Pino marittimo, “Lu pino de lu Papa, piantato nel 1500 in occasione della visita di Papa Sisto V al castello, e ad oggi unico esempio in Europa di longevità nonostante il clima non particolarmente mite dell’Appennino Marchigiano.

Alla fine della visita, dopo una passeggiata ci avviammo verso il rifugio del piccolo paese di Cupi, nel comune di Visso, dove anche qui, per sfortuna dei nostri trigliceridi già duramente messi alla prova, trovammo un pranzo a base di prodotti locali e di piatti tipici con qualche variazione fatta dalla Chef.

Purtroppo l’ora del rientro arrivò, e con la calma tipica di chi sa che deve andare, ma non ne ha voglia, riprendemmo la strada di casa… La sosta in autostrada per uno “scalo tecnico” ed i saluti, ci hanno fatto capire che purtroppo la giornata volgeva al termine… 

Ma fino alle porte di Roma, anche dopo i saluti, il gruppo è rimasto unito…

Quando si sta bene e si dividono le passioni il tempo vola e non si vuole mai smettere di stare insieme, ma…

Non credo occorra aggiungere altro, se non che è stata una bella passeggiata da ripetere e, scusandomi se sono stato lungo, ho voluto descrivere ed illustrare le tante cose fatte proprio per incuriosire e condividerle con i soci, gli amici ed i lettori che non hanno potuto essere con noi.

Questo viaggio e la sua preparazione ci hanno anche offerto spunti per pensare a nuovi percorsi da realizzare nel futuro e nuovi posti da vedere.

Grazie Club Alfisti Romani per le belle giornate insieme.

Sabatino Schiavoni